martedì 9 giugno 2020

SINTESI FINALE

Il termine "resa" proviene da "reso","renduto" che è il participio passato del verbo rendere, che a sua volta deriva dal latino "reddo" il quale ha tra i tanti significati quello di emettere,rispondere. Ciò aiuta a comprendere l' origine del termine inteso in senso "ingegneristico" che viene definito come il rapporto non equidimensionale tra due quantità, che quantifica la convenienza di una certa operazione ed è sempre minore di uno. La provenienza della parola in esame dal latino, le consente di avere numerosi significati: quello militare, al quale la parola deve la sua etimologia poiché nella milizia il rendere era il rimettere nelle mani del nemico una piazza, e viene inteso dunque come capitolazione, e quello commerciale e agricolo che indica quanto può fruttare una vendita piuttosto che un terreno.
Queste rappresentano le "macroaree" nelle quali si colloca il termine, che saranno approfondite nel corso della trattazione, ma la resa nelle altre lingue ha collocazioni molto più specifiche: se in latino il termine "reddo" vuol dire principalmente rendere (con tutte le sfumature che la parola può avere), in cinese 產量 la parola è formata da "产" che significa "proprietà" e "产量" che significa quantità.Il termine cinese fa quindi riferimento alla natura "industriale" del termine, ovvero a quel significato della parola che si riferisce alla produzione in grandi quantità di un bene.In francese,inglese e greco moderno la resa è associata essenzialmente alla chimica (il francese in realtà associa al termine anche un significato fisico in quanto traduce il termine con "rendement" ovvero rendimento).
In ingegneria chimica si definisce resa di un reagente A rispetto ad un prodotto P come il rapporto tra la quantità di P formata e quella che si sarebbe avuta se tutto A avesse reagito convertendosi in P, questa quantità è <1 come il rendimento, il quale non può essere uguale a uno per il secondo principio della termodinamica. Il rendimento dunque è un concetto molto vicino a quello della resa seppur differente, tanto da trarre in inganno chi non conosce adeguatamente i due termini; la ragione di questa frequente confusione sta nel fatto che i due termini hanno alla base lo stesso concetto che è quello della contingenza, che viene ripresa in un passo del "Protagora" dove secondo il pensiero di Platone,impersonato da Socrate, cattivo è colui che ha sorte avversa e buono chi ce l ha a favore, quindi non si può determinare a priori chi è buono, ma occorre considerare chi in una determinata condizione è effettivamente buono. Questa è la grande potenza della resa, ovvero distinguere il dato teorico da quello effettivo. Il concetto della contingenza (che è molto presente nella cultura cinese) viene ripreso da Machiavelli che non identifica a priori ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, ma individua come bene ciò che gli permettere di raggiungere il suo scopo: conservare il potere. Sotto questa luce la resa risulta dunque essere un numero che permette di esprimere la convenienza di un' azione (si pensi all' opera di Bernard Forest de Bélidor "L' Architecture Idrolique"), ma a questo punto ci si chiede quanto effettivamente sia possibile per un numero esprimere una situazione nella sua totalità, in tutti i suoi aspetti. Secondo Leopardi il termine tecnico fa perdere all' oggetto di studio grazia, venustà e forza in quanto si concentra solo sul significato freddo delle cose; questo per Leopardi comporta una grossa perdita, infatti il numero è legato al contingente e dunque non può compiere il balzo verso l' infinito. Tra i maggiori capolavori del poeta marchigiano c'è "La Ginestra" che da molti critici è ritenuto il testamento filosofico del Leopardi: la ginestra, fiore che cresce in condizioni ambientali impervie quali "l' arida schiena del formidabil monte sterminator Vesevo"(La Ginestra, prima strofa), verrà piegata dalla lava, e con fare eroico,che quasi commuove il poeta, accetta la situazione, consapevole che ciò avverrà non per "destino" inteso come un ordine prestabilito delle cose né per sua scelta sua,poiché davanti alla natura si è impotenti, ma per caso. Questa visione fortemente materialistica e meccanicista si contrappone a quella dei miti, in cui gli eroi si arrendono al fato che viene riconosciuto come un entità ineluttabile e suprema che tutto regola.
L' arrendersi è un tema ripreso anche nella letteratura e un esempio sono "I Malavoglia" di Giovanni Verga, romanzo che non a caso si colloca nel "Ciclo dei Vinti" in cui l' autore siciliano racconta la storia di una famiglia dell' 800 che non conosce il progresso che l' Italia stava vivendo, ma con il quale è costretta a confrontarsi e ne esce sconfitta. Anche in filosofia esiste la resa, poiché ad "arrendersi" può essere la logica, dando vita all' aporia ed alle antinomie.
In Italia la mafia è un fenomeno tristemente diffuso, ma anche i boss si arrendono,anche se pur riconoscendosi vinti dallo Stato, non si pentono dei loro intollerabili crimini, come se fossero tra quelle tante persone che nel corso della storia hanno combattuto per la loro causa ma ne sono usciti sconfitti: una questione di punti di vista, di percezione che si ha della realtà, ma si può conoscere veramente la realtà nella sua oggettività ? Non per Magritte, infatti ne "La Trahison des Images", l' artista con la sua opera per certi versi criptica e certamente provocatoria, sottolinea come non sia possibile conoscere sé stessi se non si conosce nemmeno la realtà circostante.
Il termine resa va però anche trattato dal punto di vista economico, ed un modo sicuramente scenico per farlo è con il celebre film di Martin Scorsese "The Wolf of Wall Street" che mostra con gli occhi del regista la roboante vita di chi sta dietro ai titoli che rendono: i broker. A rendere però possono essere anche i titoli dei piccoli risparmiatori, e come non parlare allora del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Einaudi si dedicò soprattutto alla difesa della libera iniziativa dei piccoli investitori, facendone una vera e propria questione etica, la quale scopre nuovi argomenti nella pandemia di coronavirus, durante la quale ci si interroga sulla precedenza ontologica tra benessere fisico ed economico.
Chi ha messo al centro del suo programma filosofico le questioni etiche del suo tempo è Karl Marx, che però non si limitò a riconoscere e a difendere la classe operaia, ma tracciò i "limiti di sviluppo" della società in cui si trovava (Caduta tendenziale del saggio di profitto), prevedendo dunque la caduta del sistema capitalistico che una volta venuto meno il profitto sul quale si basa, è costretto a collassare. Ma si possono analizzare i limiti di sviluppo anche nella società moderna, infatti secondo Donella H. Meadows l' utilizzo più efficiente delle risorse naturali, sarà fondamentale per non intaccare la resa di queste ultime.
 Per concludere si può dire che in questa ricerca il modus operandi sia stato quello di individuare i concetti che ruotano attorno al termine di inchiesta per comprendere meglio il significato e in questa sintesi si è scelto di soffermarsi sugli infiniti rapporti logici che legano i concetti, che non stanno in una struttura gerarchica gli uni rispetto agli altri, ma che possono essere collegati a formare l' idea di resa, partendo da uno qualsiasi di essi, d' altronde ciò è alla base del "pensiero degli scarti" cinese, che vuole appianare le pieghe dei concetti per renderli più chiari, ed il pensiero cinese molto ha a che fare con la resa, la quale scinde la teoria dalla pratica, perché non pensa a quale sia teoricamente il modo migliore di risolvere un problema, ma a quale sia la migliore soluzione in una determinata contingenza, come l' ingegneria.


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