domenica 19 aprile 2020

STEP #08

Resa si può intendere come il rapporto adimensionale tra una quantità effettivamente ottenuta e quella teoricamente attesa. Di seguito si propone un passo del Protagora di Platone:

SOCRATE: Sicché l'uomo ricco di risorse, che è sapiente e che è buono, quando venga travolto da una irrimediabile sventura, non può non essere cattivo. Tu, Pittaco, affermi che è difficile essere buono: ma è il diventare buono che è difficile, e tuttavia possibile, mentre essere buono è impossibile: "quando ha buona sorte ogni uomo è buono; è invece cattivo quando ha cattiva sorte".(Platone, Protagora)
Nel passo Socrate sta rispondendo a Protagora, che lo interroga sul carme di Simonide, a proposito dell' essere un uomo buono. Socrate nel difendersi da Protagora utilizza il concetto fondamentale che il termine resa cela, ovvero la contingenza; infatti è cattivo colui che ha sorte avversa e buono chi ce l ha a favore, quindi non si può determinare a priori chi è buono, ma occorre considerare chi in una determinata condizione è effettivamente buono. Questa è la grande potenza della resa, ovvero distinguere il dato teorico da quello effettivo.



Per quel che riguarda il termine Resa inteso come arrendersi abbiamo un esempio nell' Apologia a Socrate:

"SOCRATE: E forse c’è qualcuno tra di voi che non approva affatto che io abbia a terminare qui la mia difesa, ricordandosi che in circostanze analoghe, e per motivi meno gravi dei miei, ha pregato e supplicato fra le lacrime i giudici, menando seco i figlioletti per meglio intenerirli e parenti e amici in gran numero. Io invece non farò nulla di tutto questo[...]Perché non lo faccio? Non certo per orgoglio, o Ateniesi, o per dimostrarvi il mio disprezzo, Non è qui questione se io abbia o no paura della morte, ma gli è perché stimo che il mio onore, il vostro e quello dell’intera città sarebbero compromessi se mi comportassi così alla mia età e con la reputazione che mi sono fatta, vera o falsa che sia, ma che comunque presenta Socrate alla pubblica opinione come uno che si distingue in qualche cosa dalla maggior parte degli uomini."(Platone,Apologia a Socrate)
 In questo passo Socrate, durante il suo processo,ben consapevole che chiedere pietà potrebbe salvargli la vita, termina la sua difesa rifiutandosi di "supplicare fra le lacrime i giudici". Questo gesto, dice il filosofo, non è giustificabile con il mero orgoglio, ma con l' onore (τιμή, timè,https://it.wikipedia.org/wiki/Tim%C3%A8) suo e di Atene.

Platone



Nessun commento:

Posta un commento