LEOPARDI: Oh
ingegnere, che buffa creatura sei te …
INGEGNERE: E
perché mai ?
LEOPARDI: Prima
che ti risponda, dimmi, qual’ è il motivo del tuo affannarti per risolvere i
problemi ?
INGEGNERE:
Beh a volte lo faccio per il piacere di creare qualcosa che funziona, che quasi
vive, altre volte per sfidarmi perché spesso mi annoio un po’ ed altre ancora
per creare qualcosa di utile per la gente, che la faccia vivere meglio.
LEOPARDI: Mi
ricordi una formica, tu operi ed operi, migliori il tuo formicaio per tutta una
vita; forse non sai nemmeno tu perché lo fai, forse sei nato così, ma di fatto
conduci una battaglia più gande di te.
INGEGNERE:
Quale ?
LEOPARDI: Tu
ti immergi nel tuo mondo fatto di calcoli e vuoti numeri e senza accorgertene
stai mettendo ciò che hai a servizio di
chi si trova nella tua stessa condizione; tu sai di essere impotente, non
cerchi la gloria del fisico quando scopre la formula che lo renderà famoso, e
tantomeno non ti elevi fin sopra le stelle, in un ebrezza di insensata
grandezza, per tentar nella tua misera condizione umana di dare un senso al
tutto, ma combatti la tua guerra, per quanto insensata possa alla fine dei conti
risultare, di render il soggiorno terrestre meno spiacevole. Te mi susciti pena
e compassione, e mi chiedo cosa farai quando il formicaio che tanto gelosamente
custodisci, verrà schiacciato dal frutto che grava su di esso e che un giorno
cadrà, per caso.
INGEGNERE: Certamente
cercherei un modo per risolvere il problema.
LEOPARDI: E
credi di riuscirci sempre ?
INGEGNERE:
Questo non lo so ma sicuramente ci proverò.
LEOPARDI: Guardati
come sei grande e piccolo allo stesso tempo, ma ti prego mio sciagurato amico,
quando il frutto cadrà non disperarti, mantieni la tua razionalità: non pensare
che fosse destino o che tu stesso abbia determinato la tua fine, ridi piuttosto
allo scherzo che la natura ti ha giocato, senza che nemmeno se ne sia accorta.
D’ altronde non ti risulterà difficile, hai scelto di armarti della razionalità
in questa sventurata battaglia, l’unica arma che ti può portare ad accettare la
tua condizione e a guardarla con coraggio.
INGEGNERE:
Se il frutto avrà la meglio sul formicaio, e ci si intenda è tutto da vedere,
farò ciò che tu mi chiedi perché ti comprendo amico mio: io so bene che la
natura è una bizzarra compagna, non mi illudo di pensare che la Terra sia fatta
a misura nostra, poichè mio è il compito di adattarla alle nostre esigenze.
Conosco le situazioni scomode che mi ritrovo ad affrontare, ed è per questo che
guardo alla contingenza, a ciò che mi è utile in quel preciso istante perché la
soluzione giusta in sé non esiste. Le parole che uso ogni giorno sono resa,
rendimento, efficacia, perché quando si ha a che fare con un cliente scomodo
come la natura bisogna tener conto degli infiniti parametri che cambiano a
causa della circostanza, che rendono vaghi i dati teorici che ci si attende. Io
però la natura non la vedo come un nemico, ma come una compagna con la quale mi
ritrovo a convivere e che posso sfruttare per far tendere sempre più il mio
rendimento all’ unità, unità che la natura stessa non mi permette di raggiungere,
ma di questo non mi curo poiché tra lo zero e l’ uno ci sono infiniti numeri, e
chi può dunque porre dei limiti al bene che io posso fare ? Forse non potrò
sconfiggere la morte e nemmeno eliminare la sofferenza, ma mattoncino dopo
mattoncino sto costruendo qualcosa, e questo da’ un senso al mio essere, in
fondo l’ hai detto te: “sono una formica”, non posso smettere di costruire.
LEOPARDI: Oh
ingegnere, anche se tenti di nasconderlo con i tuoi numeri vuoti cerchi di dare
un senso al mondo, a te stesso, di ottenere l’ impossibile, sogni, ma non ti biasimo
per questo perché seppur i tuoi numeri svuotino di significato le cose in sé,
hai avuto modo di vedere che questi ti permettono di ottenere un qualcosa, che
per quanto piccolo, è ciò che tu lasci al mondo. Ti auguro in futuro di non
limitarti all’ uso dei numeri e di avere una visione sempre più ampia delle
cose, ma riconosco che sebbene la resa di cui tanto parli è il tuo limite,
perchè ti fa vedere dal solo punto di vista quantitativo, è anche la tua forza.